Fra pochi giorni, siamo a Maggio.
Il mese della #festa della #mamma, della festa dei #lavoratori. Che amaro paradosso.
“Quando sono tornata al lavoro dopo la maternità, al posto della mia scrivania ho trovato un ficus”.
Barbara fa la grafica e prima di avere figli ha lavorato 15 anni senza orari, dedicando tutto il tempo all’azienda. Tornata dalla maternità il suo ufficio viene trasferito a 500 km di distanza. Barbara fa causa, la vince, ma ora dopo un anno sta cercando ancora lavoro. “Sono mesi che sono a casa, molti mi dicono che finalmente posso fare la mamma. Ma io la mamma la facevo anche prima.”
A gennaio del 2018 l’#Ispettorato del #lavoro ci informa che in Italia le #dimissioni #volontarie per genitori con figli fino a 3 anni d’età sono state 37.738: si sono licenziate 29.879 donne di cui 5.261 sono passate ad altre aziende mentre le altre hanno deciso di rimanere a casa e occuparsi dei figli.
Nel nostro paese il 32,5% dei laureati è donna contro il 19,9% di uomini, quindi sembrerebbe che le donne siano più istruite e più preparate dei colleghi uomini. Eppure, il tasso di occupazione delle donne a giugno 2017 in Italia è stato del 48% contro il 66,8% degli uomini.
I motivi che sono alla base di queste “scelte” (il virgolettato è d’obbligo) sono molteplici: da una parte le famiglie ormai mancano di quella #rete di #supporto che un tempo aiutava i neogenitori nella crescita dei bambini, dall’ altra c’è la cronica mancanza di soluzioni strutturate per la gestione della famiglia. Nella maggior parte delle regioni italiane trovare un #nido è una specie di lotteria, quelli privati hanno generalmente costi molto elevati e non esistono soluzioni di post scuola “a buon mercato” per chi lavora full time. Aggiungiamo inoltre che il #telelavoro è ancora #fantascienza e anzi spesso osteggiato da quell’atteggiamento tutto nostrano del “se non stai in ufficio fino alle sette di sera non sei nessuno”.
Esiste inoltre, inutile negarlo, anche un #tema #culturale: come spesso abbiamo affermato la cura della famiglia e della prole è spesso esclusivamente a carico delle donne. Sicuramente la figura paterna in questi ultimi decenni è cambiata e si è evoluta ma esiste ancora un pensiero comune per cui i figli sono un problema esclusivamente femminile.
È necessario un #cambiamento #culturale, che sposti il focus della gestione familiare non sulla madre ma su entrambi i #genitori. Quando anche gli uomini saranno obbligati per legge, come succede in molti paesi europei, a prendere un periodo di congedo obbligatorio si elimineranno quelle disparità che rendono l’assunzione di una donna un rischio troppo alto per un’azienda. Quando le questioni organizzative, gestionali, di cura dei figli saranno equamente distribuite tra i genitori, quando tutto il nostro territorio sarà dotato di strutture in grado di dare quel supporto essenziale per chi ha figli piccoli allora forse le cose potranno cominciare a #cambiare.
Noi de L’Aiutamamma vogliamo dare un nostro piccolo contributo per aiutare tutte quelle #mamme che vogliono rimettersi in gioco e andare avanti.
Nel mese di #maggio tutte le mamme che hanno in mente un #progetto #lavorativo, che stanno cercando un socio/socia per condividere un’idea di business o che hanno una storia di successo da raccontare, avranno la possibilità di usare la nostra pagina e il nostro sito per raccontarsi e farsi conoscere.
Usate questo spazio per voi, per i vostri #sogni e per le vostre #aspirazioni: L’ Aiutamamma vi accoglie a braccia aperte, nella speranza di dare un piccolo #aiuto a tutte quelle madri che sono state messe da parte e che vogliono riprendersi la giusta rivincita.
Coraggio mamme, raccontateci la vostra storia e i vostri progetti mandando una mail a laiutamamma@gmail.com 😊